Fiaba 77 – Spostati dal fico! (O kunto mo’ rikkibandu)

SPOSTATI DAL FICO! (O kunto mo’ rikkibandu = Il racconto con l’uomo dalle orecchie a sventola), raccontata da Micareddha a Calimera, il 17 dicembre 1911, e raccolta da V. D. PALUMBO.

            Il marito che finge di morire e che non suscita affatto l’atteso compianto della moglie è presente nel tipo 1350 dell’indice AARNE-THOMPSON. Da questo motivo prende avvio la divertente storiella che la narratrice calimerese afferma di aver ascoltato a Castrì.

O KUNTO MO’ RIKKIBANDU

 

scvrivano rimpicciolito     Mia forà iche enan andra ce mian ghineka. Tuo, na di mi e ghineka o’ klei dopu peseni, èkame ti peseni. Pianni cini, arte, èklafse lio, ma de’ poddhì. Ìrtane e pateri n’on guàlune: iche mia’ sucea stin avlì, ce on diaika’ pu kau sti’ sucea; pianni etsikkosi cino ‘s emmia stanga. – Vu, vu! – ntrikèftisa, – è biu, s’è fattu viu! Ce jùrise èssutu.

            Dopu poddhì cerovo, epèsane ja daveru. Pianni cini on èklafse lio, mapale, ma lio pleon alio. Èbbie ce o’ piàkane e pateri ce piakan n’on diaù’ pu kau sti’ sucea. E jineka ide ka ste piannu’ n’on diaù’ pu ‘cikau, ce fònase cinòn pu on vastusan: – Lèate de la fica ricchibande, cu non me torna a casa cuntendu! – Cini on eskostèfsane, ftechùddhia. Ma cino iche pesànonta ja jalìssia, ‘en ghiùrise pleo.

 

                                             Micareddha (Calimera, 17 dicembre 1911)

 

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“SPOSTATI DAL FICO!”

 

C’erano una volta un marito e una moglie. Il marito, per vedere quanto la moglie avrebbe pianto alla sua morte, finse di morire. La poveretta si mise a piangere: pochino, in verità, non eccessivamente. Arrivarono i preti per portar via il morto. C’era nel cortile antistante un albero di fico; passarono col feretro sotto quel fico. Il finto morto si sollevò e si aggrappò ad un ramo. – Aiuto, aiuto, – gridarono, – è vivo, è tornato in vita! – E così lui se ne tornò a casa.

Passò molto tempo e morì per davvero. La moglie si mise a piangere; poco, di nuovo, anzi meno di prima. Arrivarono i preti, lo presero e stavano per passare sotto il fico. La moglie si accorse che stavano per passare da lì e gridò a chi lo portava in spalla: – Spostati dal fico, orecchi a sventola! Dio non voglia che se ne torni di nuovo contento a casa! – I poveretti si spostarono; ma il morto era morto sul serio, stavolta; non tornò più indietro.

                                                            

dal racconto di Micareddha (Calimera, 17 dicembre 1911)

 

 

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