La morte di Pippi (O tànatos tu Pippi)
Il racconto semplice e toccante della morte del fratellino, tratto da una breve autobiografia in griko dell’autore.
» ContinuaDomenicano Tondi nacque a Zollino il 24 febbraio 1885 in una famiglia numerosa, da genitori contadini che parlavano il griko. Fu l’unico degli otto figli a frequentare gli studi, “perché mio padre – come egli stesso racconta – voleva far di me un prete, e mi tenne a Otranto fino ai quindici anni”. Dovette tuttavia abbandonare gli studi per motivi economici ed entrò nell’Amministrazione delle Poste, presso la quale rimase in servizio per 47 anni. Il lavoro lo costrinse a lasciare Zollino per trasferirsi prima a Napoli, poi a Palermo, Bari e Roma. Anche lontano da Zollino, egli continuò a mantenere vivo l’amore e l’interesse per la lingua grika, che condivise con il prof. Vito Domenico Palumbo, il prof. Pietro Kalonaros, lo scrittore Demetrio Lambikis, il famoso glottologo Gerard Rohlfs, con i quali ebbe rapporti amichevoli.
Il contributo offerto da Domenicano Tondi alla conoscenza ed allo studio del griko è rappresentato soprattutto dal libro: “Glossa. La lingua greca del Salento”, stampato a Noci nel 1935 e ristampato di recente, nel 2001. L’opera comprende una descrizione grammaticale del griko ed una raccolta di testi in griko, in prosa e in poesia, scritti in gran parte dall’autore. Interessante anche la presenza di alcune traduzioni in griko di testi letterari (Leopardi, Dante, Carducci, Hugo, Andersen). Ulteriori contributi dello studioso zollinese alla lingua grika sono apparsi di recente in altre due pubblicazioni, entrambe a cura di Leonardo Tondi: “Ta pràmata Christù” (Manni ed., 2008), che contiene una traduzione in griko di testi sacri; e “I cardìa ce o chronos” (Manni ed., 2014), il cui contenuto principale è dato dalla traduzione in griko dell’Ifigenia in Aulide di Euripide.
(I testi qui inseriti, tratti da “Glossa”, hanno subito qualche leggero adattamento al griko oggi parlato a Zollino nonché ai criteri seguiti per la trascrizione)
Il racconto semplice e toccante della morte del fratellino, tratto da una breve autobiografia in griko dell’autore.
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