Categoria: Letteratura d’Autore
Sìmmeri (Oggi) – Scena III

Il prete deve rivelare alla donna una notizia importante, che riporta alla memoria una vecchia, dolorosa storia…
» ContinuaLa lingua che se ne va (E glossa ti mas pai)

“Come una quercia annosa,
stracarica di anni…”
Insieme alla lingua, tramontano anche un mondo e una civiltà che al poeta ricordano l’infanzia: i suoi profumi, la gente che la animava, gli affetti…
» ContinuaLa cappella di san Vito (E kappeddha tu ja Vitu)

“La cappella di san Vito
se ne sta tutta sola…”
Il ricordo della cappella di San Vito, con la sua grossa pietra forata, che per tradizione e devozione bisognava attraversare il giorno di Pasquetta, offre al poeta l’occasione per rivivere lontane emozioni e parlare di sé.
» ContinuaLa campanella (E kampaneddha)

“Ndilì, ndilì, ndilì…
Così ci chiamava al mattino…”
Il suono della campana è, nel ricordo, un suono d’infanzia, che invita a correre a scuola, ma è anche, nel presente, un suono più mesto, evocativo di altre partenze.
» ContinuaPadre, non lo faccio più! (Tata, ‘e to kanno pleo!)

Divertente macchietta che descrive il ritorno a casa di due “fuggitivi” (la fuga d’amore che consentiva a due innamorati, desiderosi di sposarsi ma non in grado di farlo, di imporre la loro decisione e celebrare subito le nozze) che invocano il perdono dei genitori…
» ContinuaMadre mia, mi puoi dire… (Mamma, mu sozzi pi…)

“Madre mia, mi puoi dire perché Dio
di vita non ti ha dato ancora un poco?…”
Rimpianto per la madre che, vissuta tra le difficoltà, non può ora godere di qualche piccola soddisfazione che il miglioramento delle condizioni di vita le avrebbero permesso.
» ContinuaMia madre mi ha insegnato (E mànamu mômase)

“Leggere da mia madre qualche libro
– posso dire – nessuno ha visto mai…”
Insegnamenti di vita che non vengono dai libri ma dall’esempio di una madre
» ContinuaDove si trova la mia anima (Epù vrìskete e fsichimmu)

“La mia anima non ho!
L’ho perduta, dove sta?…”
Un pretesto per tornare con la fantasia alla terra natale e riferire storie e immagini di un tempo
» ContinuaLa specchia del diavolo (E segla u demoniu)

“Quella specchia del demonio
sempre l’ho davanti agli occhi…”
Una specchia, sotto le cui pietre, secondo la leggenda, si nascondeva il diavolo, è tra i ricordi più vivi del poeta, che qui racconta il momento in cui, ragazzo, si libera finalmente dalla paura e guarda il mondo con altri occhi.
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