Il griko e la sua anima
“Il testimone del griko vorrebbe dare alla sua lingua il respiro dell’eternità”.
Introduzione a GRIKO Dizionario, di Salvatore Tommasi (Argo editrice, 2020).
“Il testimone del griko vorrebbe dare alla sua lingua il respiro dell’eternità”.
Introduzione a GRIKO Dizionario, di Salvatore Tommasi (Argo editrice, 2020).
di Salvatore Tommasi
A molti abitanti della Grecìa Salentina della mia generazione (nati negli anni ’50) è toccato in sorte, a livello linguistico, un singolare destino: quello di costituire una specie di linea di confine, uno spartiacque, tra coloro ai quali è stata trasmessa, come lingua materna, il griko e coloro che invece hanno appreso come prima lingua il dialetto romanzo.
» Continua(Testo della conferenza del prof. Marcello Aprile tenuta il 20 settembre 2006 a Calimera)
L’origine dei nostri dialetti italo-greci ha suscitato quasi un secolo e mezzo di polemiche piuttosto virulente che stasera si ha l’ambizione – o forse, la presunzione – di riassumere in 15 minuti. Sarò breve sui dettagli tecnici, ma intanto mi premeva ricostruire in origine il perché della virulenza della polemica, un perché che oggi sfugge ai più, ma che in fondo negli anni Venti-Quaranta del Novecento non era neanche tanto velato.
» Continuadi Rocco Aprile
La lingua grika, che ancora oggi si parla in sette paesi del Salento, risale, con ogni probabilità, al IX-X secolo d.C., quando gli imperatori della dinastia macedone, primo fra tutti Basilio I, riuscirono a riconquistare buona parte dell’Italia meridionale, sottraendola ai longobardi di Benevento e agli arabi e costituendo così la più occidentale delle province dell’impero, il Thema di Longobardìa. Essi non soltanto riconquistarono la Puglia,
» Continuadi Manuela Pellegrino
“Non appena i parlanti di griko iniziarono a rinnegare questa lingua, percepita come segno di arretratezza, (…) la classe media istruita invece cominciò ad innalzare la lingua ad espressione di capitale culturale e ad indice simbolico di distinzione. (…) L’interesse per il griko degli intellettuali simboleggia, dunque, anche la crisi dei ruoli sociali che stavano vivendo”
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