“Sempre mi mandano per l’intrattieni,
da una, da un’altra, di qua e di là…”
Un oggetto misterioso che serviva un tempo per tener lontani i ragazzi, e che non mancava di suscitare la loro curiosità, mai soddisfatta…
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“Corri, figlio, alla comare,
fatti dare l’intrattieni…”
La comare ha indovinato, purtroppo, il motivo dell’allontanamento del ragazzino da casa e trova il modo di farlo sapere all’amica…
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“Siediti qui vicino, ragazzina,
c’è tempo quanto vuoi per l’intrattieni!…”
Non era facile un tempo rispondere alle domande di una ragazzina, soprattutto quando queste riguardavano la nascita di un bambino…
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” Rovista bene qui, – disse la nonna,
mostrandomi una cassa nella stanza…”
Per intrattenere la bambina, la nonna le fa rovistare la cassapanca, ma viene allo scoperto una dimenticata, vecchissima lettera che parla di amore…
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– Devo parlarti un poco in gran segeto,
comare mia, però io non vorrei
che stessero a sentirci i ragazzini…
Una storia piuttosto scabrosa fa incontrare due comari. E poi le fa accapigliare.
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– Metti questi pannetti nel bucato:
non dispiacerti, prendili, comare.
– Dispiacermi? Per questo son venuta…
Una giovane ha un grande segreto da confidare alla comare: s’è scottata, ma in senso metaforico…
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“Nina mia, Nina mia, vieni a sentire:
dobbiamo stare insieme tutt’e due…”
Finalmente la moglie accetta lo strano gioco propostole dal marito, ma qualcosa va storto…
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“Il nonno ha preso appena appena sonno,
dopo tanto penare, poveretto…”
Una cosa che va nascosta ai bambini è la morte; ma può capitare che i bambini ci sorprendano…
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“L’intrattieni vorrei per tutti i giorni,
ora che il tempo piano piano va…”
L’inverno, come la vecchiaia, porta alla solitudine e ad un confortevole abbandonarsi alla memoria.
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