L’origine del griko e lo spazio linguistico italoromanzo. Un secolo di dibattiti

(Testo della conferenza del prof. Marcello Aprile tenuta il 20 settembre 2006 a Calimera)

L’origine dei nostri dialetti italo-greci ha suscitato quasi un secolo e mezzo di polemiche piuttosto virulente che stasera si ha l’ambizione – o forse, la presunzione – di riassumere in 15 minuti. Sarò breve sui dettagli tecnici, ma intanto mi premeva ricostruire in origine il perché della virulenza della polemica, un perché che oggi sfugge ai più, ma che in fondo negli anni Venti-Quaranta del Novecento non era neanche tanto velato.

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Il griko: storia di un fenomeno linguistico

di Rocco Aprile

La lingua grika, che ancora oggi si parla in sette paesi del Salento, risale, con ogni probabilità, al IX-X secolo d.C., quando gli imperatori della dinastia macedone, primo fra tutti Basilio I, riuscirono a riconquistare buona parte dell’Italia meridionale, sottraendola ai longobardi di Benevento e agli arabi e costituendo così la più occidentale delle province dell’impero, il Thema di Longobardìa. Essi non soltanto riconquistarono la Puglia,

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La lingua greco-salentina tra passato e futuro

di Manuela Pellegrino

“Non appena i parlanti di griko iniziarono a rinnegare questa lingua, percepita come segno di arretratezza, (…) la classe media istruita invece cominciò ad innalzare la lingua ad espressione di capitale culturale e ad indice simbolico di distinzione. (…) L’interesse per il griko degli intellettuali simboleggia, dunque, anche la crisi dei ruoli sociali che stavano vivendo”

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Fiabe e favole popolari: Interpretazioni, significato e valore

La rilevanza sul piano filologico (la registrazione di un antico e prezioso patrimonio linguistico, colto dal vivo in un preciso momento della sua evoluzione) e sul piano del folklore (la più ricca raccolta di fiabe e racconti popolari, non solo della Grecìa salentina, ma di tutto il Salento) pone il lavoro di Vito Domenico Palumbo, per quanto ad uno sguardo retrospettivo, tra i risultati più interessanti dell’attività di ricerca che si è svolta in Italia, negli ultimi decenni dell’Ottocento, nell’ambito della letteratura popolare.

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Fiaba 3 – La pelle di pidocchio (O kunto tu pondikù)

Raccontata da Micareddha a Calimera, dal 2 al 9 dicembre 1911, e raccolta da V. D. PALUMBO.
Registrata nell’indice AARNE-THOMPSON come tipo 621, si tratta di una fiaba universalmente diffusa, pur nella varietà dei particolari. Presente in varie regioni d’Italia, CALVINO riporta una versione romanesca che risulta contaminata col motivo novellistico dei tre gobbetti.

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