To λευκωμα της καλημeρα Dimitri Mavrikios
Η πόλη της Calimera σε ένα έργο (Γέφυρες του Ιονίου / Δημήτρης Μαυρίκιος 1984) με θέμα “Ο Ελληνισμός της Ιταλίας”.
» ContinuaΗ πόλη της Calimera σε ένα έργο (Γέφυρες του Ιονίου / Δημήτρης Μαυρίκιος 1984) με θέμα “Ο Ελληνισμός της Ιταλίας”.
» Continua“Come una quercia annosa,
stracarica di anni…”
Insieme alla lingua, tramontano anche un mondo e una civiltà che al poeta ricordano l’infanzia: i suoi profumi, la gente che la animava, gli affetti…
» Continua“La cappella di san Vito
se ne sta tutta sola…”
Il ricordo della cappella di San Vito, con la sua grossa pietra forata, che per tradizione e devozione bisognava attraversare il giorno di Pasquetta, offre al poeta l’occasione per rivivere lontane emozioni e parlare di sé.
» Continua“Ndilì, ndilì, ndilì…
Così ci chiamava al mattino…”
Il suono della campana è, nel ricordo, un suono d’infanzia, che invita a correre a scuola, ma è anche, nel presente, un suono più mesto, evocativo di altre partenze.
» ContinuaDivertente macchietta che descrive il ritorno a casa di due “fuggitivi” (la fuga d’amore che consentiva a due innamorati, desiderosi di sposarsi ma non in grado di farlo, di imporre la loro decisione e celebrare subito le nozze) che invocano il perdono dei genitori…
» Continua“Madre mia, mi puoi dire perché Dio
di vita non ti ha dato ancora un poco?…”
Rimpianto per la madre che, vissuta tra le difficoltà, non può ora godere di qualche piccola soddisfazione che il miglioramento delle condizioni di vita le avrebbero permesso.
» Continua“Leggere da mia madre qualche libro
– posso dire – nessuno ha visto mai…”
Insegnamenti di vita che non vengono dai libri ma dall’esempio di una madre
» Continua“La mia anima non ho!
L’ho perduta, dove sta?…”
Un pretesto per tornare con la fantasia alla terra natale e riferire storie e immagini di un tempo
» Continua“Quella specchia del demonio
sempre l’ho davanti agli occhi…”
Una specchia, sotto le cui pietre, secondo la leggenda, si nascondeva il diavolo, è tra i ricordi più vivi del poeta, che qui racconta il momento in cui, ragazzo, si libera finalmente dalla paura e guarda il mondo con altri occhi.
» Continua“Non abbiamo colpa noi,
madre tanto desolata…”
Poesia in memoria di un fraterno amico del poeta, Guido Palumbo, figlio della scrittrice Giulia Lucrezi e del pittore Michele, che perdette la vita tuffandosi in mare.
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